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Samsung 840 EVO: l’evoluzione di un SSD di grande successo - Caratteristiche tecniche

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Caratteristiche tecniche

Il Samsung 840 EVO è disponibile in svariati tagli, ben 5. Si va infatti dai 120GB, ideale per avere spazio sufficiente al sistema operativo e pochi altri software avidi di memoria, al tanto atteso terabyte, passando dai tagli da 250 GB, 500 GB e 750 GB. Finalmente quindi anche Samsung fa posto ai tagli più grandi per gli utenti più esigenti e disposti a spendere qualcosa in più per ritrovarsi un SSD ad altissime prestazioni e con elevata capacità di archiviazione:

 

caratteristiche tecniche

 

Il controller adottato da Samsung è il tri-core MEX S4LN045X01-803 proprietario, ma rispetto agli SSD 840 e 840 PRO che adottano il chip MDX, la frequenza operativa dell’ARM Cortex R4 è ora di 400MHz, 100 MHz in più. Per le memorie Flash, Samsung punta ancora sulle NAND TLC Toggle DDR 2.0, ma con processo produttivo da 19nm e con densità di 128Gb, invece dei 21 nm con densità di 64Gb. Per la precisione si hanno due moduli da 64Gper il 120GB b, due da 128Gb per il 250GB, quattro da 128Gb per il 500GB, otto da 96Gb per il 750GB e ancora otto da 128Gb per la versione da 1TB.

Questo ha inoltre permesso di proporre un PCB particolarmente contenuto per le unità e ancor più per quelle dalla capacità inferiore, ovvero 120GB e 250GB, che presentano solo due pacchetti NAND. Nonostante questo, la scocca è rimasta inalterata rispetto allo standard da 2,5” e con spessore da 7mm. Lo spazio a disposizione all’interno dello chassis, anche per le versioni con otto moduli, fa credere che non risulta particolarmente difficile per Samsung proporre versioni con capacità maggiori. E’ plausibile inoltre l’introduzione nel mercato in formati compatti come l’mSATA e l’NGFF, ideali per ultrabook, PC All-In-One e desktop compatti.

Samsung per la serie 840 EVO implementa la tecnologia TurboWrite che promette di aumentare le prestazioni in scrittura. Utilizzando celle di memoria TLC, ovvero ogni cella è in grado di registrare 3-bit di informazione, si hanno tempi di latenza maggiori e qui subentra la tecnologia TurboWrite che, sfruttando un certo quantitativo di memoria buffer, funzione della capacità del drive, sfrutta le celle TLC come se fossero delle SLC. Per il rapporto 3:1, questa capacità verrà divisa per 3: i 9GB del 120GB e 250GB diventano 3GB di buffer, i 18GB del 500GB diventano 6GB, i 27GB del 750GB diventano 9GB e i 36GB del modello da 1TB si riducono a 12GB. Il trasferimento completo dei dati verso l’SSD avviene nei momenti di riposo, ottenendo quindi un beneficio prestazionale quando è richiesta la scrittura.

Per mantenere la temperatura dell’unità entro la soglia dei 70°C, indubbiamente più utile nelle soluzioni mobile dato che difficilmente si potrebbe raggiugere un tale livello in un cabinet, la funzione Dynamic Thermal Guard opera variando la tensione di alimentazione in modo da diminuire il calore generato senza che l’utente si accorga di un calo prestazionale durante l’utilizzo.

Abbiamo testato sia il modello da 120GB che quello da 250GB, confrontandoli con i già recensiti 840 e 840 PRO da 250 e 256GB.

 

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