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Empire KS-3500D; il kit digitale punta su comodità e versatilità - Impressioni d’ascolto con l’Empire KS-3500D

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Impressioni d’ascolto con l’Empire KS-3500D


Per la prova le Empire KS-3500D sono state collegate in contemporanea sia in digitale che in alalogico alla nostra attuale scheda audio (Onkyo SE-200PCI) oltre che in digitale al plasma Panasonic dove si vuole simulare l’utilizzo che in molti fanno ormai di kit come questi oltre al classico uso PC.
Partendo in prima battuta con il PC si nota subito che il sub ha voglia di farsi sentire e di non rimanere in secondo piano rispetto ai due satelliti, ma che altresì tende a suonare “gommoso”.
Il tutto si giustifica più tardi dando uno sguardo all’interno dello stesso per vedere come è fatto; si è visto che la sospensione del woofer utilizzato al fine di ottenere uno smorzamento veloce durante i vari passaggi,
risulta alquanto rigida per cui si consiglia di farlo suonare per un bel po’ prima di dare un giudizio affrettato.
I satelliti viceversa non hanno mutato di molto la loro timbrica mantenendo una buona resa sulle alte frequenze, senza mai dare fastidio all’ascolto e senza mai spingersi troppo verso le frequenze del sub.
Ad orecchio infatti il sistema satelliti+sub risulta incrociato con una frequenza di crossover abbastanza alta almeno per quanto riguarda il sub, portandolo ad emettere abbastanza anche sulle medie frequenze, per cui è consigliabile un posizionamento frontale all’ascoltatore e all’interno dei due satelliti, per ottenerne il risultato migliore.
Il meglio dal kit è stato espresso sia con i giochi che con i film dove l’apporto energico sulla basse frequenze non manca, così come il volume di ascolto che si può ottenere.
Molto pratico è altresì il telecomando e le varie regolazioni rese possibili dalla selezione dei tre preset di equalizzazione pre impostati, sia agendo variando manualmente i treble, che sul controllo del sub.
Nota a lato per la differenza di ascolto riscontrata fra le due tipologie di ingressi; nel nostro caso utilizzando una scheda audio sopra la media era ovvio che il collegamento in analogico si ottenesse il risultato migliore durante l’ascolto della musica ed infatti è ciò che è successo anche se non in maniera eclatante, ma negli altri utilizzi il convertitore interno, che come abbiamo visto non si tratta di una soluzione economica da pochi centesimi, svolge egregiamente il suo compito, distanziando la prestazione ottenibile da scheda integrata in una mainboard di un desktop o di un notebook.

 

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