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Il futuro dello storage è nei dischi organici? Sì, almeno secondo il professor Venkatesan Renugoplakrishnan dell'Harvard Medical School di Boston e il team di ricerca del colosso giapponese NEC, che hanno studiato una modalità per immagazzinare fino a 50 Terabyte di dati su un singolo disco del diametro dei normali CD e DVD che prevede l'impiego di una sostanza basata su una particolare proteina........ :o Si tratta della batteriodopsina, una proteina che si trova nella membrana di archeobatteri che vivono in ambienti paludosi e salmastri, che è in grado di modificare la propria struttura quando colpita da energia in forma di fotoni, ovvero dalla luce. Un batterio come l'Halobacterium salinarium fa uso di questa proteina come fonte d'energia, dal momento che la batteriodopsina trasforma i fotoni accumulati in energia chimica, rilasciandola velocemente e permettendo così le funzioni basilari del batterio. Durante questo processo la struttura della molecola ritorna alla forma originaria. Il professore dall'impronunciabile cognome ha dovuto modificare geneticamente il batterio in modo tale che la proteina prodotta rilasci molto più lentamente l'energia assorbita, facendo sì che la struttura acquisita dopo l'assorbimento dei fotoni venga mantenuta per molto tempo. In questo modo l'informazione può essere conservata e la proteina diventa adatta per impieghi di storage. La batteriodopsina è inoltre caratterizzata da dimensioni ridottissime, fattore che ne permette l'accorpamento in elevatissime quantità , consentendo quindi la realizzazione di dischi ad elevata capacità . La batteriodopsina è in grado di assorbire radiazioni al massimo fino a 585 nanometri di lunghezza d'onda, ovvero luce di colore giallo-verde. Nel caso, quindi, questi studi dovessero portare alla realizzazione di un prodotto commerciale, sarà quindi necessaria la realizzazione di unità equipaggiate con un diverso diodo laser rispetto a quelli attualmente impiegati per DVD (650 nanometri di lunghezza d'onda, laser rosso) e Blu-Ray e HD DVD (405 nanometri di lunghezza d'onda, laser blu). Il gruppo di ricerca stima di poter realizzare un disco USB e di metterlo in commercio nel giro di 12 mesi e un prodotto di storage ottico in una finestra temporale successiva di 6 o 12 mesi. Che dire....IMPRESSIONANTE!! :mellow: Ciao
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